MARIOVIC | INTERVISTA
PARLANDO DI ME
Sono cresciuto nel Veneto, nel Veneto quello vero, quello sporco di fango e ce-mento. "Lo amo perché fa schifo". Mi sono laureato in Architettura nel 2012; Non faccio l`Architetto nel rispetto della professione ma sono un semplice operaio di un’azienda trevigiana.
Dove sto andando? Nessuna idea.
INDEFINIBILMENTE ISTINTIVO
Non ho uno stile grafico delineato; sicuramente prediligo il foglio di carta allo schermo del computer (che trovo comunque molto interessante) ma non posso dire di avere uno stile ben preciso. Non mi interessa spiccare o meglio essere ricono-sciuto per un determinato stile grafico. La cosa più importante rimane il progetto, il concetto, la storia. Descrivere in una parola il mio stile grafico? Istinto.
Non ho nessun maestro in particolare a cui sono devoto. Sono stato influenzato ne-gli anni da una serie di personaggi celebri (da Leonardo Da Vinci a Malevič, da Brett Whitley a Durer ecc..) anche se porto indelebili nella memoria i disegni sghembi di mio zio (ex fabbro oggi ottantaquattrenne) nel suo piccolo taccuino di lavoro; segni così ignoranti e violenti, liberi da ogni schema accademico, crudi, crudeli... anche questo fa parte di me e più gli anni passano più sento forti i legami con la mia terra, la mia famiglia, la storia…In particolare, come capire quando un mio lavoro è giunto al termine? Sinceramente non l’ho mai capito. I miei lavori so-no istintivi; nascono e si definiscono in pochi giorni, a volte in poche ore (proba-bilmente per mancanza di pazienza o meglio per propensione all’abbandono dei progetti personali di lunga durata).
ANIMA ANCESTRALE
Credo fermamente che la tecnica dell’ultimo secolo abbia stuprato indistintamente qualsiasi cosa… a farne le spese per la maggiore è stata la poesia, in qualsiasi cam-po. Il disegno? Atavico; resiste imprescindibile come veicolo di lettura multi-stratificata della materia Architettura. Non riesco a vedere Progetto senza immagine. L’illustrazione è essenzialmente immagine che racconta un concetto. Ci sono molti modi per raccontare una storia. Personalmente prediligo l’uso del disegno nella fase iniziale di un progetto per poi lasciare spazio al modello tridimensionale. Il disegno rimane sempre e comunque Anima.
MEMORIE NEL TASCHINO
Lascio in allegato tre immagini (immagini di mia produzione) che fanno parte di tre progetti a cui sono particolarmente legato, tre progetti molto differenti tra di loro, come lo stile grafico adottato;
1: CASA T.B. (progetto per la casa di un vecchio/caro amico)
2: IL FOGHER (progetto per un focolare metallico)
3: CAMPOSANTO (progetto per un nuovo cimitero, Ercolano)